In oltre un secolo di storia la Galleria d’Arte Moderna ha attraversato un lungo percorso che ha portato all’incremento delle collezioni, ma soprattutto alla sua affermazione come una delle istituzioni culturali più moderne e vitali della città di Palermo. Intitolato a Empedocle Restivo, promotore della sua costituzione a inizio del secolo scorso, il Museo ha aperto i battenti nel Ridotto del Teatro Politeama il 24 maggio del 1910, ponendosi immediatamente come obiettivo principale quello di rendere fruibili le testimonianze dell’esaltante stagione della belle époque in un periodo di grande fermento culturale ricco di nuovi progetti per la città.
Una storia scritta anno dopo anno con lo sguardo sempre rivolto al futuro e che dal 2006 continua all’interno del Complesso monumentale di Sant’Anna, la nuova sede adeguata – sia a livello strutturale che di servizi al pubblico – alle esigenze di un museo del XXI secolo.
Nei nuovi spazi, con un rinnovato ordinamento scientifico, sono esposte oltre duecento opere tra pitture e sculture, suddivise in quattordici sezioni tematiche e monografiche che illustrano il percorso delle arti figurative in Italia tra Otto e Novecento a testimonianza del ruolo che pittori e scultori di rilievo nazionale hanno assunto nelle vicende della Palermo modernista.
Tra i più grandi capolavori: le grandi tele di formato monumentale di Giuseppe Sciuti, i paesaggi di Francesco Lojacono, il naturalismo di Antonio Leto, i rimandi Art nouveau di Ettore De Maria Bergler, il gusto scintillante e luministico di Giovanni Boldini e la densa stagione del Novecento, testimoniata da autori come Massimo Campigli, Felice Casorati, Mario Sironi, Renato Guttuso, Franz von Stuck, che ci restituiscono le atmosfere e le suggestioni di una moderna capitale europea.
Il progetto generale di ordinamento scientifico del Museo è stato curato da un gruppo di studiosi coordinato da Fernando Mazzocca e composto da Gioacchino Barbera, Luisa Martorelli, Antonella Purpura e Carlo Sisi. Il progetto di allestimento è stato firmato da Corrado Anselmi e quello illuminotecnico da Leonardo Adragna.